Giovanni's Transcript

Giovanni Giardino

Intervista con Giovanni Giardino, eta 78

Giugno 2016

SF: Okay, allora. In italiano o in inglese e tutt’uguale. Why did you first come to Canada and in what year?

Giovanni: I come in Canada in 1967, Augusto 14. To make some…uh…per stare meglio. Economicamente. Sono arrivato qua con due figli: uno Nicolino di sei anni, e Lucia di quattro. Siamo arrivati al sessantasette agosto al Hamilton. Dove mio cugino mi a venut’ a prender’ là al treno del Hamilton e poi dopo siamo arrivato a casa sua qua a Guelph e nel frattempo che mi’ amore preparata collazione qua e là, mi disse il cugino ‘andiamo fare una passeggiata in paese nel centro di Guelph’ Allora verso le nove e mezzo, siamo entrati dentro un negozio che vendeva  vestiti, e nome “Brown’s Clothing Store” e siamo andate e lui lo conosceva. Poi dopo… a detta “Ti serve un sarto? Questo qua “Oh Si, Magari” “‘A ben questo qua e appena arrivata. Sta mattina a le sette” a dett’. “E Ti serve?” “Si!” Allora siamo andata a casa di mio cugino, si abbiamo fatto collazione, e dice a luna po venire a cominciare a lavorare lo stesso giorno. A la luna. Dopo quindici giorni di nave. 

SF: Con nave sei venuto?

Giovanni: Si, e allora sono cominciato a lavorà e non mi son’ fermato mai. Dopo un mese, e qualcuno ne busso delle spalle, un altro negoziante, parlare più italiano disse se volevo lavorare con lui…ho detto no, gia c’è lo il lavoro là…e ha detta lui, la sera o la mattina fa devi lavor’? E cos’ ho pigliato un altro lavoro. Andavo le sette la mattina fino le nove, e dalle sei alle otto da sera. Quando lasciavo lavorare a Browns Clothing Store. E poi ho trovato un altro lavoro, ce l’avevo tre lavori.

SF: sempre come sarto?

Giovanni: Sempre da sarto! E cosi poi dopo un anno e mezzo, mentre che camminavo andava a mangiare a casa, ho visto un piccolo negoziato là in MacDonnell Street, a numero ventiquattro e ho visto che si affettavo e abbiamo parlato con mia moglie qua e là, e allora ci siamo decisi. Se come io me lo portato la macchina e (incomprehensible) e tutto gli attrezzi dal’Italia. E a dett’ mettiamo… e poi dovuto dire a questo padrone…e addetto  “Tu fai quando vuoi, pero il lavora che tu fai qua io te lo mando là nella stessa settimana” Perché, come il mio lavoro io lo facevo a lui no, a questo negoziante. Poi sono messo la bottega qua “Giovanni Custom Tailor” numero ventiquattro MacDonnell Street, e comincia ad avere i clienti, più clienti lavoro qua e là che dopo due tre anni ho dovuto lasciare questo negoziante e facevo stanti mie clienti che ce l’avevo assai. Io e mia moglie che lavorava là…Nel frattempo moglie avuta un altro bambino dopo un anno qua e lavorava poco con me. Comunque ci siamo salvati sempre con lavoro. E poi da MacDonnell Street ho comprata a numero trenta MacDonnell Street una sartoria più grande e facevo vestiti su mesur, facevo tutto quanto. E poi siamo state la sempre, qualche viaggio in Italia non è mancato. I miei figli sono preso educazione, una fatta parrucchiere, l’altra figlia studia fina la tredici poi non ha voluta continuare, un altra ragazzina alle dodici se fermata, si messa a fare parrucchiere. Comunque la famiglie andata sempre cosi. La storie non è…ah…sacrifici ne se a fatt’ assai…assai assai. Sacrifici assai. Notte giorno lavorare, capo d’anno gli altri andavano a ballare e io andavo a lavorare perché dovevo preparare le robe per il giorno dopo. Mo è cambiato un po. 

Poi e…la storia della famiglia in Italia, e stato…è morta mia madre e mia moglie ha dovuta andare in Italia e stare quattro mese a curare mia madre. È andata lei con due bambini. 

interviewer: Quand’era?

Giovanni: Questo stato verso settantuno e poi dopo mia madre è andata, è morta, e lei se tornata qua…e che… siamo rimesso a fare lo stesso vita di lavorare qua e là e dopo due anni mio padre ha venuto a visitarci. Una visita qua….ma ricordate mio padre….(emotivo)…quando siamo partiti dal’Italia , la mattina presto, da Rocca San Giovanni - adesso facciamo un passo in dietro - mi han venut’ ad accompagnare, mia madre e mio padre, a Napoli…è…è…difficile…(lacrime) Il mio paese (si) trova sopra una collinetta.Quando siamo partiti, abbiamo fatto un chilometro, e siamo passato di fronte al paese, ho visto mio paese, no. Ho detto, a me stesso ho detto, guarda mo’….io non c'è entrato più al quel paese. Non c’era posto per me (lacrime) come vuol dir …Proseguendo per andare a Napoli, e speravo che la macchina si sfasciava quella c’e veniva a portar’ a Napoli. Non volevo partire! Ma mio padre dice “vai, vai u Canadà…americ’ ” beh, dai andiamo e sono venut’. Quando mio padre a venuto a facce la visita qua, mi ha ricordata quelle parole, a dett’ “Hai visto’, hai fatto bene a venire qua in Canada, ti trovo bene qua e là” eh va bene ho detto…però…! Sai, ho perso mia madre e non lo vista. È cosi, poi noi siamo andati in Italia, siamo fatt’ un paio di volte, una visita a mio padre, mio fratello, sorella là in Italia…Dopo un periodo anche mio padre è partito. È morto. La telefonata la mattina alle tre, la mattina qua, e non c’era tempo per andare in Italia perché funerale (incomprehensible la se fana?) e non ho potuto manca mia padre.. accompagnarla. Come mi porto bei ricordi poi dal Canada, anche un po’ di male ricordi. 

E poi dopo ho avuto l’offerta di lavoro qua a Toronto, in una fabbrica che faceva i vestiti, come aiutante tagliatore perché io sono venuto qua come tagliatore. Ho dovuto fare l’esame a Roma e avuto un invito in una fabbrica si chiamava SchefloHorn (sp?) ‘sta fabbrica che voleva che io andava a fare aiutante tagliatore là, loro i vestiti se ne faceva milliai alla settimana. E ho rifiutata perché me ero affezionata a questo paese. C'è la bottega mia che sta diciamo, fatti di clienti e stavo bene, me la aggiustato.

SF: sentivi la mancanza d’Italia

Giovanni: ah, e tutt’ora sempre pero ormai i figli sono grande qua.. che dovrai? Vado per bene là a fare una passeggiata, una visita, mia sorella, mio fratello, pero qua è la terra, la casa nostra, si può dire ormai.

…E niente, la salute andata, grazie a Dio, andata sempre bene. Mia moglie avuta un incidente sul lavoro, se rotta la schiena. Ma io personalmente ho messo salvato sempre la salute in grazie a Dio, preso sempre bene, ho lavorato sempre notte e giorno. Ho fatto, grazie a Dio, ne che ho fatto un impero, pero messo salvato lavorato, cresciuto i miei figlie, e tutto qua. Eco qua, e stiamo qua. (laughing)

SF: allora sei arrivato nel anno sessantasette con la nave?

Giovanni: La Queen Anna Maria da Napoli a New York, e poi New York col treno a Hamilton.

SF: sei venuto con la moglie e due figli

Giovanni: Si, la moglie e due figlie e un paura per gli strumenti che (incomprehensible) avevo una Pfaff un macchina che l’ho comprato nell millenovecentosessantuno. Quando ho perso la bottega in Italia, diciamo la sartoria per far venire qua io. E non ho portato la, ho portato qua. Ma adesso tre anni fa lo rispedivo in dietro con la speranza che quando vado in Italia e voglio fa qualche lavoro agli amici qua e là…percha qua c’è lo abbastanza e lo rispedivo la in Italia….Con i debiti là ho comprato la macchina l’ho pagato per due anni e mezza.

 

Audio Clip

Giovanni's Transcript