Ross's Story

Rosolino Cescon 1

~contributo di Carlo E. Pedulla

Il mio intervistato si chiama Rosolino (Ross) Cescon. Ho avuto il grande piacere di trascorrere un pomeriggio con lui nella sua casa a Milton, in Ontario. Quello che segue e` il riassunto della intervista che si e` tenuta.

Cosa ti ha spinto di venire in Canada?

Ross Cescon decise di emigrare dal comune di Teor (Udine), subito dopo la guerra per motivi economici. Nel medesimo tempo era andato a scuola di architettura, il che gli dette la possibilita` di imparare l’arte della costruzione (carpentiere e muratore). In seguito alle domande che aveva presentato al municipio, ebbe l’opportunita` di emigrare in Canada. Al tempo Ross aveva tre possibilita`, ma poi decise, guardando sul mappamondo, di andare in Canada. Parte di questa scelta fu dettata dal fatto che il Canada era il paese piu` vicino all’Italia. La decisione di emigrare in Canada non fu stata basata dai suoi genitori, benche` fu stata una sua decisione. Al tempo della decisione Ross aveva diciannove anni; esso non conosceva nessuno in famiglia in Canada (né parenti né amici). Il governo Canadese gli mise a disposizione sei aereoplani di guerra, di cui quarantacinque posti per aereo partiti da Milano. Atterro’ all’aereoporto di Gander, che era un aereoporto militare. Parti` da un paese di mille persone, in quindici, di cui quattro erano amici della sua eta`, persone del paese, che ancora oggi si trovano in Canada. Questo e` successo il 4 luglio nel 1954, all’eta` di venti anni.

Quali sono stati i primi ostacoli che hai dovuto affrontare arrivato in Canada?

“Caro Carlo, ti posso dire soltanto che essendo giovane, era un’esperienza molto molto grande. E partire e lasciare la famiglia, partire da soli, si capisce, non era facile, ma si stava tutti assieme, e si dava coraggio l’uno con l’altro”.

Ross fece scalo dall’Irlanda, alla Groenlandia, all’Islanda, ed infine a Gander, in Newfoundland. La sua destinazione finale sarebbe stata quella di arrivare a Fort William (oggi conosciuto come Thunder Bay). In ogni modo, fu prima a Montreal, in un viaggio che duro` per ben tre giorni. Quello di Montreal era un campo militare, e Ross fu accolto molto bene. Egli, assieme ai suoi compagni di viaggio, fu messo su un campo militare, in tempo di guerra, come posto temporaneo. Era un luogo apposito per i nuovi arrivati, come Ross. Originalmente, Ross sarebbe dovuto andare a Fort William per costruire una città satellite. Purtroppo, ci furono degli intoppi. Il governo non aveva mai specificato tutte le destinazioni in cui Ross sarebbe dovuto andare. Ciononostante egli e i suoi amici si divisero a Montreal (avendo appunto delle destinazioni diverse). Quindi, il giorno seguente (quando sarebbe dovuto andare a Fort William), per motivi di mezzi di trasporto non fu mantenuta la parola, e Ross ando` invece a Winnipeg, in Manitoba, emesso in una casa provinciale. Ai tempi il lavoro era purtroppo inesistente, e benche` avesse solo 245 dollari in tasca (abbastanza per vivere due mesi), in combinazione con le sue doti di muratore, riusci` comunque a trovare lavoro appena arrivato. Arrivo` a Winnipeg a Settembre, e allora Ross fece tante nuove amicizie, (di cui molti Trevisani). Lavoro` in campagna per pochi giorni, poi con il CPR per due settimane, ed infine fu mandato con ‘emergency gang number 4’ (CNR), che si occupava di binari ferroviari. Il suo compito in questa compagnia era quello di occuparsi della manutenzione dei binari ferroviari, spesso incaricato di andare sul posto per riparare e stabilizzare il tragitto dei treni. Dovette fare questo stile di vita per ben sei mesi, aspettando di poter finalmente andare a Fort William. Il giorno prima di Natale fu licenziato, e si spostò nella citta` di Edmonton, che proprio quell’anno stava festeggiando cinquanta anni di anniversario, con cinquantamila persone (oggi sono piu` di ottocentomila).

“Ogni giorno era una cosa nuova, e la lingua ci dava un po` di svantaggio. Ma noi non ci siamo fermati ”.

In seguito Ross contatto’ uno dei suoi nuovi amici, situatosi a Timmons, in Ontario. Egli lo porto` a visitare questa citta. Entrambi partirono il 5 o 6 gennaio del 1955. Il viaggio duro` 3 giorni e 4 notti. Arrivato a Timmons, Ross trovo` una modesta occupazione nel bosco, vita che fece per circa un mese. Arrivata la primavera, Ross si trovo` molto bene nella zona, e decise finalmente di trasfersi a Toronto, dove si stabilì indefinitivamente. Ai tempi, la citta` di Toronto aveva solo 80000 abitanti (mentre oggi sono all’incirca due milioni e mezzo). Comincio` con il suo mestiere di muratore, e a seguito, assieme al suo amico Giovanelli, apri` una compagnia privata all’eta` di quasiventitre` anni. La compagnia di costruzioni di chiamava ‘Rainbow Bricklayer’. Questa societa` con il suo amico duro` per circa una anno. In seguito, Ross decise di aprire una compagnia per conto suo. Cosi`, dopo un anno dalla fondazione di ‘Rainbow Bricklayer’, nacque ‘R. Cescon Masonery’, all’eta` di soli ventitre` anni.

Questa compagnia aveva circa 39 operai, e duro` dal 1958 fino al 1962, per tre anni e mezzo circa. In seguito, Ross decise di trasferirsi a Milton, il 15 Aprile 1962. A Miton c’erano circa 22800 abitanti. Arrivato a Milton, Ross si senti` subito a casa. Si innamoro` di questa piccola comunita`, si senti` accolto dagli abitanti, e capi` subito che questo era un posto dove sarebbe decisamente dovuto (e voluto) rimanere. E` quindi cresciuto con la citta` di Milton, che oggi ha piu` di centomila abitanti. Comincio` a lavorare con il suo mestiere di impresario, ma si dimise comunque il giorno in cui il sindacato stabili` una regola che proteggeva gran parte degli impresari, non gli operai, e lui, essendo un appaltatore, non era protetto, né tantomeno i suoi operai. (non aveva mai fatto parte del sindacato e non si poteva permettere di restare in affari visto che il sindacato comunque non gli copriva gli infortuni). Un bel giorno, abbandono` il lavoro come impresario, e compro’ un tabacchino (con tanto di biliardino) a Milton (190 Main Street) per otto anni. Nel frattempo fece anche l’agente immobiliare. Cosi`, in seguito, vendette l`attivita` per aprire ‘R Cescon Investment Limited’, il che e` il business di cui lui ancora oggi si incarica. Sono ormai passati 45 anni.

Mentre avveniva tutto questo, Ross conobbe Gina. A Ross piaceva molto ballare. Egli andava almeno quattro o cinque volte a settimana a Toronto. Il suo punto di svago preferito era ‘Bloorence Sheppard’; un bel giorno conobbe Gina sulla pista da ballo, e capi` subito che lei era la persona giusta. Si sposarono, ed ebbero un figlio e due figlie.

Dopo la scomparsa di Gina nel 2001, dal 2007 Ross ha una nuova compagna, Susan, che è amica di famiglia da molto tempo. Vivono felicemente insieme a Milton dal 2007.

Ti tenevi in contatto con i tuoi parenti?

Durante questo percorso, Ross si teneva in contatto con i suoi genitori. I suoi modi preferiti per comunicare erano telefonicamente, e per lettere. I suoi genitori gli chiesero molte volte poter venire, e Ross fu sempre molto aperto e disponibile ad accoglierli. Ciononostante, lui sapeva che sarebbe stato difficile per loro adattarsi, ma fu sempre disposto ad insegnare loro la lingua, il nuovo stile di vita, e ad aiutarli a sistemarsi. Lui voleva solo che loro fossero convinti di voler stare, e ovviamente si dovevano fare le carte. Ross non voleva comunque avere la colpa se a loro non fosse piaciuto il Canada e volevano ritornare, ma in ogni modo fu sempre disponibile e rispettoso di qualsiasi decisione loro avessero preso. Vennero a visitarlo, ma non decisero mai di restare. Oggi ha in Italia una sorella e dei cugini, con cui ci parla ancora oggi molto spesso.

Cè`qualcosa che tu avresti voluto cambiare durante il tuo percorso?

“No, no. Io son partito con l’idea che, dove che vado, ci stanno dei passi da fare, buoni, e tante volte non tanto buoni. Pero`, per mio conto, la vita che ho fatto qui, quello che ho incontrato, tanta diversa gente, diverse nazioni...ero amico di tutti. Sono passati sessantanni, che assomiglia, son stato cosi` contento tutti gli anni che sono qua. Somiglia che sono arrivato ieri, sono passati ‘fast’, e non voglio cambiare niente. Delle decisioni, maybe di quello si, decisioni materialistiche, si, sono cose che tutti sbagliamo, pero’ bisogna sapere anche superare queste cose e girarle nel modo che sia buono per voi stessi, e per me e` stato cosi. E quello che ho fatto ho fatto,e quello che dico, dove che sono, sono contento e sto bene, e dico grazie al Canada.

Vuoi dire qualcosa per concludere?

 “Carlo, ti voglio dire solo una cosa. Quando io son partito sapevo gia` di che si trattava, e son sempre stato contento di quello che ho fatto(al di la` di quello che gli altri pensavano di me), e di quello che ho ricevuto dal Canada, perche` il Canada e` un paese che ti da tante opportunita`,lo era quella volta, lo e` stato per sessantanni, e ancora adesso continuo a essere felice. E` un sistema che tutti lo possono fare. Se non funziona una cosa o un’altra, c’hai la liberta` che puoi scegliere quello che vuoi, e come ho detto prima, ci son state delle cose basse e alte, ma a tutto assieme e` andato tutto bene, e sono contento al cento per cento. C’ho una famiglia, la mia famiglia, due belle figlie, e un figlio. Sono contento di loro e loro sono contenti di me, e siamo uniti forte di famiglia, e questa e` la cosa piu` importante che ci sia. Puoi essere millionario, ma se non sei contento, non fai niente, e io son contento. Grazie.

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