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Famiglia Serafin

Questa è la storia, raccontata da Lucy Manno, la loro amorevole figlia, del viaggio di Bruna e Bruno Serafin. Questa
exhibit mostra l’esperienza di due immigrati dopo la guerra e le sfide che hanno dovuto affrontare.

Contributed by Dana Berthiaume

Abstract


Limmigrazione è definita come lazione di andare a vivere in modo permanente in un paese straniero. Essere un immigrato può significare tante cose diverse per un individuo. Limmigrazione può significare rifugio, sicurezza, un nuovo inizio e molte altre cose. Lavorando al mio progetto, ho avuto il piacere di conoscere la coppia che mi ha permesso d’imparare il francese.
  Infatti, ho saputo dalla mia insegnante di francese delle superiori che i suoi genitori erano venuti in Canada dallItalia dopo la Seconda guerra mondiale.
  Lucy Manno è un insegnante di religione francese, italiana, spagnola e mondiale presso la John F Ross CVI di Guelph, in Ontario. Quando la contattai a fine novembre, lei si dimostrò
ben disposta a partecipare a questo progetto e a condividere la storia dei suoi genitori. 
   I genitori di Lucy, Bruno e Bruna Serafin, non ebbero altra scelta che lasciare la loro amata terra per poter avere una
vita migliore. Non c'era lavoro dopo la guerra in Italia, entrambe le loro famiglie erano molto povere e avevano bisogno di un nuovo inizio. Fu deciso allora che le famiglie avrebbero iniziato lentamente a emigrare in Canada. Emigrare in Canada è stata dura: non è stato facile per le famiglie trovare i fondi necessari per farlo. Bruno fu il primo della sua famiglia a emigrare in Canada, poi suo fratello, una delle sue sorelle si sposò e si trasferì a Torino, mentre laltra andò a
vivere in Francia. Per quanto riguarda la famiglia di Bruna, invece, tutti i suoi membri vennero in Canada, dal più giovane al più vecchio. Bruna non conobbe suo padre
fino all'età di 12 anni, poiché lui aveva combattuto nella Seconda guerra mondiale in
Africa, era stato fatto prigioniero dagli inglesi ed era stato tenuto in un campo
di prigionia. Lui le disse che, mentre viveva nel campo di prigionia, poté lavorare in una
fattoria dove fu trattato molto bene. 
   Mentre stavo facendo questa ricerca con l’aiuto di Lucy, le
ho chiesto se i suoi genitori avessero portato qualcosa con loro come cimelio. La sua risposta è stata abbastanza concisa. Lei ha detto che loro non portarono nulla perché non avevano potuto farlo, inoltre, non avevano nulla da portare con loro, ed è per questo che avevano deciso di venire qui. Erano così poveri dopo la guerra che credevano di non avere più un futuro. LItalia perse così tanti giovani durante il secondo dopoguerra perché questi lasciavano il Paese per andare in Canada, Argentina e negli Stati Uniti. L’Italia stava quindi fallendo e le famiglie dovettero andarsene, lasciando quasi tutto ciò che avevano. 
    Il viaggio in Canada per loro fu lungo. Bruna passò 7 giorni su una nave da Genova a New York, mentre Bruno impiegò 7 giorni di nave da Genova a Halifax. Entrambi poi affrontarono vari giorni di viaggio in treno per raggiungere Hamilton. 
    Una volta arrivati, non fu facile adattarsi. Fu difficile trovare lavoro nonostante entrambi riuscissero a gestire la barriera linguistica. Bruno iniziò il suo lavoro in Canada dipingendo i serbatoi di petrolio a Hamilton Bay, poi passò a lavorare a DO Fasco, una fabbrica di acciaio. Bruna iniziò a lavorare in un ospedale pulendo e aiutando in cucina. Si mise anche a raccogliere frutta e tabacco. Bruna e Bruno accettavano qualsiasi lavoro manuale. Spedivano a casa in Italia tutto ciò che riuscivano a mettere da parte. Bruna inviava denaro per portare qui la sorella e i genitori di Bruno facevano lo stesso con il padre cosicché potesse acquistare una fattoria. 
    Essere stato un immigrato nel 1950 non può essere paragonato a come è ora: è in qualche modo più difficile emigrare ora, ma è più facile adattarsi dopo l’arrivo in Canada. Senza lo sforzo e la dedizione di tutte queste persone per diventare cittadini canadesi non avremmo la ricca cultura in cui abbiamo il privilegio di studiare oggi. 

Trascrizione


DB: What first brought you to Canada? Cosa ti ha portato in Canada inizialmente?  
LM: Bruno Serafin e Bruna Serafin 
La povertà e la mancanza di lavoro in Italia.
DB: Quante persone c’erano nelle due famiglie?
LM: La famiglia di mio papà era composta da sette persone: i genitori e cinque figli;
quella di mia mamma contava otto persone: i genitori e sei figli.
DB: E tutta la sua famiglia venne in Canada? 
LM: Sì, tutta la famiglia di mia mamma venne in Canada, ma non tutti nello stesso
momento: prima vennero i fratelli di mia mamma, poi due sorelle e sua madre.DB: E la famiglia di tuo padre?
LM: Mio papà fu il primo della sua famiglia a venire in Canada, fu poi seguito dai suoi
due fratelli, mentre una delle sue sorelle rimase in Italia e l’altra si trasferì in Francia.
DB: I tuoi genitori sono italiani?
LM: Al 100%.
DB: Conoscevano già qualcuno in Canada prima di arrivarci?LM: Uno zio e una zia di mio papà vivevano già qui, mentre uno zio e i fratelli più vecchi
di mia mamma si erano già stabiliti nel Paese.   
DB: Dove arrivarono?
LM: Mio papà arrivò a Halifax e da Halifax prese il treno e arrivò nell’Ontario
settentrionale, in un paesino chiamato Old Tire. 
Mia mamma arrivò a New York e da New York prese il treno per Hamilton. 
DB: Come?LM: Entrambi vennero in nave – quella che prese mio padre si chiamava
l’Independence.